15 apr 2015

Fermata #3: la stazione del demone felino

Oggi ho deciso di raccontare un aneddoto simpatico di qualche anno fa. Chi mi è emotivamente e fisicamente vicino già conosce la storia, ma dato che ormai il mio blog è letto anche da tante persone che non conosco, ho pensato che sarebbe carino divulgare ai più.



Si può dire che si tratta di una storia vagamente inquietante, ragion per cui vi invito a far partire il video per avere l'atmosfera giusta. Vi parlerò infatti del demone felino "Karanka"

Parliamo di qualche anno fa. Era dicembre inoltrato e, a costo di sembrare scontato, pioveva a dirotto. Abito in una zona piuttosto isolata come ho già accennato in qualche post precedente, e molto vicina al bosco. Nella notte regna un silenzio rilassante, rotto solo da un treno merci occasionale. Ma la pioggia ci impediva di sentire alcunché, con il suo fracasso. Nonostante ciò, faceva freddo e quindi si dormiva sotto diversi piumoni, facendoci sentire al sicuro, sebbene neanche un gatto si fosse acciambellato sul letto.



La ragazza con cui condividevo il letto si era svegliata tutto d'un tratto, affermando di aver sentito un urlo. Io ero parecchio scettico, non solo perché io ero sveglio e non avevo udito nulla, ma anche perché entrambi soffrivamo occasionalmente della Exploding Head Syndrome. Spiegato brevemente, è un disturbo del sonno che provoca allucinazioni uditive: nel momento in cui ci si addormenta, o ci si risveglia, sembra di sentire rumori inquietanti. Da urla strazianti a esplosioni, è abbastanza casuale.

È proprio conoscendo questo problema, che davo per scontato che non ci fosse stato alcun urlo. Ma lei voleva che indagassi, non accettava un "te lo sei immaginato" come risposta.
Vi ricordo che era notte fonda e pioveva a catinelle. Naturalmente si era creata un'atmosfera di tensione tra di noi che difficilmente si sarebbe dissipata. Ma il primo passo per risolverla era accertarsi che nessuno avesse urlato.

(ecco, forse questo brano si addice di più al momento)

Scendendo le scale per arrivare al piano terra, completamente al buio, l'atmosfera si faceva sempre più tesa e disturbante. Avevamo paura e soprattutto ci aspettavamo qualcosa di inquietante. Le aspettative, la tensione e la paura fanno brutti scherzi se combinati tra loro. E non è un modo di dire per giustificare ciò che sta per accadere. Si tratta della vera e propria causa scatenante.

Arrivati al fulcro della mia casa, ovvero la sala, ho lanciato uno sguardo verso la finestra che dà al piccolo cortile. I miei tre gatti erano gonfi e nervosi, stavano soffiando verso qualcosa. E nel momento in cui l'ho vista, è scattata la reazione a catena.

Ho sobbalzato lasciandomi sfuggire un "oddio". Sta qui la fregatura, perché se già temevamo di trovare qualcosa, per la ragazza vedermi spaventato significava, inconsciamente, che avevo trovato qualcosa di orribile. E quindi è caduta in una crisi di panico micidiale, partita solo per un po' di tensione e un mio sobbalzo.
Nel momento in cui lei è andata in crisi, tutto è diventato molto più confuso. Avere paura e avere una ragazza che piange ha fatto scorrere una quantità abominevole di adrenalina nel mio corpo. Nonostante i miei riflessi fossero migliorati, il mio cervello interpretava male ciò che avevo di fronte.

Questo è quello che ho visto fuori la finestra:



Non capivo cosa fosse, ma la mia mente inebriata gli dava un suo significato. Era il demone gatto. Era un orribile, abominevole mostro che mi aspettava urlando fuori casa.
Sono scattato in avanti per allontanare i gatti da quell'orribile minaccia, quando mi rendo conto di cosa fosse veramente.





Un gatto. Un semplice micio del cazzo che, per qualche motivo, si è ritrovato fuori la finestra. Le urla che la ragazza aveva sentito non erano altro che i versi inferociti dei miei gatti, innervositi per la presenza di un intruso. Quindi sì, è bastato un attimo, una situazione di stress, per trasformare un felino in un'immonda bestia. Il gatto è scappato subito dopo e ce ne siamo tutti dimenticati, sebbene mi sia capitato di raccontare spesso questa storia.

(ora che l'atmosfera creepy è finita, possiamo passare a questa soundtrack)

Ho chiamato quell'entità "Karanka", perché era il nome di un antagonista parecchio bastardo di una mia storia mai conclusa, ma a cui stavo lavorando all'epoca. È un aneddoto un po' del cazzo, no? Non avrei motivo di raccontarla a voi. In fondo, il demone gatto è sparito diversi anni fa.

E invece no, Karanka è tornato recentemente, lasciandomi un grosso indizio. La storia è ancora più breve. La mia scrivania è poggiata al muro: di fianco c'è un mobile che arriva alle mie spalle da seduto. Spesso ci salgono su i gatti per guardarmi lavorare.

(questa è la foto di Teresa, la mia gattina, che fa la statua mentre disegno. Il mobile di cui parlo è questo)

Ebbene, avere quattro gatti non è facile. Spesso le tre sorelle litigano tra di loro, soffiano e si picchiano, senza mai arrivare a farsi del male. Un giorno uno dei miei gatti era particolarmente innervosito e, di fronte a un dispetto, si è ritrovato a soffiare prepotentemente.
Il soffio di un gatto risulta sempre minaccioso, soprattutto quando ti coglie di sorpresa nel silenzio più abissale. Ancora una volta, mi sono girato di scatto con l'adrenalina a mille per affrontare questo suono aggressivo, ed ecco che il panico trasforma ancora ciò che vedo.




Rieccolo lì quel piccolo figlio di puttana. Appare davanti a me per pochi secondi, e poi scompare, lasciando posto al mio gatto nero. Ora l'immagine è vivida più che mai, e sono riuscito a disegnarlo anche abbastanza bene.
Questa è la forma che i gatti prendono quando il mio cervello va a puttane ed è nel panico. Mentre cerca di elaborare l'immagine, mi fa vedere questo. Ma io preferisco vederla in un modo più poetico. Ho creato una storia per lui, e mi piacerà parlarne come se fosse vera.

Karanka è un demone particolare. È il demone dei gatti e della paura. Compare aggressivo laddove è presente un gatto, impossessandosi momentaneamente del suo corpo. Avete presente il verso fastidioso che  fanno i gatti quando cacciano? Quel "takatakataka" veloce e sofferente? È il verso di Karanka.
Le lucertole e gli uccellini vedono lui quando muoiono sotto le zampe di un micio cacciatore.

Quando non è presente un gatto, o quando non c'è terrore, Karanka smette momentaneamente di esistere. La sua vita è fatta di creature che lo guardano con il cuore che batte all'impazzata, non conosce altri volti.

Ecco, ho condiviso con voi questa mia piccola, personalissima, creatura fantastica a cui posso dire di tenere tanto. Non credo di volerlo vedere ancora, ma se accadrà, saprò quale sia il suo nome.

Grazie per aver avuto la pazienza di leggere questa manciata di righe sconclusionata. Vi prometto che la prossima fermata sarà più concreta. Arrivederci.

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